Roberto Devereux, Teatro Carlo Felice di Genova, 20 marzo 2016
Regina Elisabetta | Mariella Devia |
Roberto Devereux | Stefan Pop |
Duca di Nottingham | Mansoo Kim |
Sara | Sonia Ganassi |
Direttore | Francesco Lanzillotta |
Regia | Alfonso Antoniozzi |
Scene | Monica Manganelli |
Costumi | Gianluca Falaschi |
Maestro del Coro | Pablo Assante |
Coro Teatro Carlo Felice | |
Orchestra Teatro Carlo Felice | |
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice - Fondazione Teatro La Fenice e Fondazione Teatro Regio di Parma |
Mariella Devia è nata per cantare Donizetti, se poi si trova pure in stato di grazia l'emozione fino alle lacrime è assicurata.
Il pubblico era già entusiasta prima ancora che si incominciasse, sulla fiducia. Fiducia molto ben riposta perché è stato tutto oltre le già alte aspettative.
Bella la regia di Alfonso Antoniozzi che ci offre un Seicento maestoso pur nella scenografia essenziale di Monica Manganelli: un grande palco al centro della scena (teatro e patibolo, cos'altro può rappresentare meglio il periodo elisabettiano?) con pannelli goticheggianti e trono della regina semoventi che cambiano aspetto allo spazio con poche mosse. Menzione d'onore anche ai costumi di Gianluca Falaschi, che veste il coro di nero, uomini e donne tutti uguali e mascherati, e fa risaltare una Elisabetta regalmente d'oro vestita all'inizio dell'opera, così come stanca e anziana reggitrice delle sorti del mondo alla fine.
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Immagine rubata da Ligurianotizie.it |
Gli interpreti bravissimi hanno infiammato il pubblico. Ogni pezzo chiuso è stato applaudito anche per qualche minuto e in tutta onestà c'era anche chi applaudiva a caso, ben lungi dalla fine del brano.
La Duchessa di Sonia Ganassi è ovviamente una garanzia, l'unica che sembra provenire dallo stesso pianeta della Devia, anche se ha dovuto lasciare il trono alla Regina. E se i due interpreti maschili devono ancora sbocciare del tutto sono stati molto bravi e giustamente applauditissimi: Stefan Pop un convincente Roberto e Mansoo Kim nel ruolo di Nottingham. Il duetto di quest'ultimo con la Ganassi mi ha estasiato: sarà che non posso fare a meno di tifare per il Duca che prima canta accorato di "puro cor degli angioli" e di "santa voce d'amistà" e poi si ritrova cornuto, però io di quel duetto avrei chiesto pure il bis, non avessi peccato di lesa maestà.
E poi lei, Mariella Devia, sublime, tragica, regale, struggente. Perfetta.
Non resta altro che inchinarsi.
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