mercoledì 3 luglio 2013

Tu riproducila un po', l'opera, e ciao aura!

Più riguardo a Tutto il ferro della torre Eiffel Nel 1936, Walter Benjamin, l'autore de  L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, si reca in pellegrinaggio al passage des Bérésinas (o Choiseul), dove passò la sua infanzia Louise-Ferdinand Céline. Una volta arrivato, Karl Fischerle, il nano gobbo e truffaldino di Autodafè, riesce a vendergli i tre puntini di cui Céline fa (ab)uso in Morte a credito... i 3 soldi dell'opera brechtiana... Odadrek...

Nello stesso anno, Thomas Mann ha una discussione col figlio Klaus, che si è ucciso 13 anni dopo.

A Parigi, sei fra i principali eteronimi di Fernando Pessoa, un anno dopo la sua morte, decidono di dar fuoco ad un barbone.

Il grande medievalista Marc Bloch scopre che il processo subito da Joseph K. è stato inoltrato a causa della denuncia di tale Karol Fišerka, nano circense.  

Henri de Graffigny pretende dall'editore Denoël una percentuale sulle vendite di Morte a credito, essendone, a ben vedere, il protagonista.

Tristan Tzara e Marc Bloch aiutano Benjamin in una partita a scacchi per corrispondenza contro Erich Auerbach, il quale, attraverso la vittoria, vuole impossessarsi della collezione di oggetti di Benjamin, nonchè finire i suoi ultimi saggi su Baudelaire, Kafka e, ovviamente, quello sui passages parigini. Nelle pause, compongono cadaveri squisiti

Bibendum scrive una straziante lettera alla bambola che Oskar Kokoschka fece contruire con le fatezze di Alma Mahler.  

Mentre visiona una sequenza di Olympia, Leni Riefensthal si accorge che ad ogni nuova visione compaiono alle spalle di Hitler: Cosima Wagner, Lou Salomè, Lola-Lola, Theda Bara, madame Blavatsky, Alma Mahler, Lola Montez, Isadora Duncan, Sarah Bernhardt, la Bella Otero, Mata Hari, Lulù. Una volta uscite dallo schermo, autodefinendosi Le Madri, iniziano a discutere per la leadership del gruppo dandosi vicendevolmente della baldracca.   

Non vi dico chi nelle sembianze di cosa dice: "Spero per lui che sia al cospetto di Wagner nella luce abbagliante di Wotan, altrimenti peggio per lui, si fotta!"

A parte i personaggi di opere di fantasia che dialogano con persone realmente esistite, a parte la grottesca popolazione dei passages, a parte il divertimento di riconoscere colte corrispondenze, a parte che sono convinta di aver discusso con Marc Bloch, aiutati da un paio di calvados a testa, su quanto sia perturbante non aver trovato l'Olimpia hoffmanniana fra tutti questi automi, a parte tutto, quello che rimane è il senso della tragedia incombente, della morte inevitabile, della disperazione delle vite distrutte dalla guerra. Perchè se la Seconda Guerra Mondiale è stata vinta dagli Alleati, la partita a scacchi che assieme a questa si combatteva, quel tipo di partita che può salvarti l'anima, quella, forse, non si poteva vincere.
 

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