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lunedì 17 agosto 2015

Vacanze in Baviera, qualche lettura

Iniziamo (e speriamo di aver tempo di finire) il racconto delle recenti vacanze in Baviera. Prima di buttarci nel viaggio è giusto leggere qualcosina.

Altes Rathaus di Bamberga
La guida ufficiale della vacanza di questa estate è stata Germania del Sud di Gordon MacLachlan, edito da Rough Guides, presa in biblioteca a scatola chiusa. Di solito ci troviamo bene con le guide di questa casa editrice, ma la Germania prende la sufficienza scarsa: difficile trovare i monumenti sulle cartine, fortemente esagerate le dichiarazioni di bellezza o unicità dei vari luoghi, forse adatto per chi viaggia in treno, ma inutile per chi viaggia in auto.

Per fortuna avevo già programmato il viaggio basandomi sulle utilissime informazioni fornite da tuttobaviera.it, sito fondamentale per chiunque voglia fare una vacanza da quelle parti, anche perché aggiornatissimo con le date precise di feste e manifestazioni e consigli preziosi dal cibo alle letture.

Proprio spulciando fra le letture consigliate ho deciso di portarmi in viaggio Parsifal e l'Incantatore di Nicola Montez che racconta dell'affascinante rapporto fra Ludwig II e Wagner. Essendo Montez musicologo e wagneriano, è ovvio che il libro si sofferma più sulla figura del compositore e del suo entourage, ma non per questo si parteggia per lui; l'autore anzi sa ben vedere difetti e miserie della sgangherata famiglia Wagner/Bulow, raccontandone le vicende anche con una certa ironia. Insomma un saggio ben documentato ma leggero come un romanzo, consigliato!

domenica 8 febbraio 2015

Tre gioielli

L'anno da poco trascorso per me è stato ricco di avvenimenti, ma mi ha catapultato in un tunnel spazio-temporale da cui sto uscendo solo in questo periodo. Esempio: mi sembra di vivere in questa casa da un paio di mesi, invece ci abito da più di un anno. Da ciò sia cosa che scrivere sul blog era, se non l'ultimo dei miei pensieri, l'ultima attività per cui riservavo tempo e forze... con scarsi risultati. Vediamo se riesco in parte a rimediare con piccole recensioni dei tre migliori libri che ho letto nel 2014. Nota bene: non libri usciti l'anno scorso, tutt'altro, sono vecchi come il bacucco, cioè quelli che in editoria si chiamano classici.

I dispiaceri del vero poliziotto di Roberto Bolaño: come sempre, Bolaño mi strega. L'ho preso in biblioteca senza nemmeno sbirciare la quarta di copertina ed era troppo tardi quando ho letto che questo libro è una sorta di prequel di 2666, che non ho mai letto (il giorno che trovo la forza psicologica di iniziarlo ve lo faccio sapere; il giorno che lo finisco, conoscendomi, mi ubriacherò per una settimana intera), ma scritto dopo il librone, quindi un prequel da leggere dopo. Ma si può smettere di leggere un libro che inizia con l'affermazione che la poesia è omosessuale e segue con l'elenco della particolare tipologia di omosessuale da abbinare ad ogni poeta? Puoi smettere senza scoprire se Leopardi è una checca o un frocio? Claro que no. Nel libro c'è tutto quello che ti aspetti da Bolaño: metaletteratura, pseudosaggi, pseudointellettuali, poeti strampalati, detective selvaggi, Barcellona, il Messico, corrispondenze non corrisposte, scatole cinesi, cuentos chinos e sentieri che non si biforcano. E che te ne fai di un finale, quando hai tutta questa roba?

Immagine rubata da bastardillasen.blogspot.it


L'Eternauta di Héctor German Oesterheld e Francisco Solano Lòpez: una neve mortale scende dal cielo. Quanti, fra i pochi che si trovavano in casa con le finestre chiuse, sopravviveranno, dovranno affrontare un innarrestabile nemico alieno. 
Era da tempo immemore che non mi avvicinavo ad un fumetto, ma ho trovato un'ottima occasione di ricominciare, visto che il mio compagno lo stava leggendo e ci sono due caratteristiche che mi costringono a cominciare un libro: essere un classico della letteratura latinoamericana e avere un incipit perfetto. 
Una storia spaventosamente attuale, la storia di chi combatte contro un nemico invisibile, di cui puoi solo uccidere gli schiavi già conquistati, sperando ad ogni nuovo incontro di trovarti faccia a faccia con chi comanda, ma trovando solo esseri che agiscono telecomandati da un lontano padrone che neppure loro mai hanno visto. Una storia che dietro al spara-spara nasconde la grande verità conosciuta da chi oggi e sempre si scontra con il Potere, come Oesterheld stesso, desaparecido nel 1977.

Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro: era nell'elenco da un po', ma ho rimandato spesso l'inizio. Scema. Mi sono trovata fra le mani un libro quasi perfetto. Sembra essersi inventato il cinema, il Fogazzaro, perchè la sua narrazione di muove come una macchina da presa, che indugia sulle imbarcazioni che solcano le acque, placide o tormentose, del lago, sui bei monti della Valsolda, sulle stradine che collegano i paesi. Una macchina da presa che cattura i tic di uomini e donne di queste valli, l'adorabile laghée delle piccole preoccupazioni e l'italiano dei grandi rovelli, il loro modo di rapportarsi con gli altri e con i dominatori austriaci.
La vera sorpresa è stato il personaggio di Luisa. Lei fa parte di quel sparutissimo gruppo di personaggi femminili che nella storia della letteratura si identificano per la loro intelligenza. Non è umile e pia, non mette l'amore per il suo uomo prima di tutto, non si annulla nella maternità. Non è come un maschio vorrebbe che fosse la propria femmina, lei è una donna. Una donna che medita sulla propria spiritualità piuttosto che seguire bovinamente dogmi religiosi, che crede in ideali patriottici, che non si sottomette a nessuno, che crede nella Giustizia. Leggo nella prefazione che Fogazzaro voleva proprio contrapporre l'arida giustizia laica di Luisa alla feconda beatitudine del perdono cristiano del marito Franco. Per quanto mi riguarda, non ci siamo: Franco, semplicemente, non ha spina dorsale. E poco importa che dopo la morte di Ombretta la razionale Luisa perda quasi la ragione, mentre Franco rimanga forte nella sua fede, ormai sappiamo che la vera disperazione sta nella mancanza di elaborazione del lutto.



Un consiglio: prima, dopo, durante la lettura di Piccolo mondo antico visitate la villa Fogazzaro-Roi. L'anno scorso ho trascinato l'intera famiglia allargata e il mio pancione alla giornata del FAI che permetteva di visitare la villa gratuitamente. Mi hanno seguito con la scarsa convinzione di chi non vuol contraddire una donna incinta, sono usciti tutti innamorati di questo posto. Avrei anche volentieri fatto un resoconto della splendida visita, ma, come si diceva all'inizio, tempo e forze scarseggiavano. Mi rifarò alla prossima visita. 

mercoledì 3 luglio 2013

Tu riproducila un po', l'opera, e ciao aura!

Più riguardo a Tutto il ferro della torre Eiffel Nel 1936, Walter Benjamin, l'autore de  L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, si reca in pellegrinaggio al passage des Bérésinas (o Choiseul), dove passò la sua infanzia Louise-Ferdinand Céline. Una volta arrivato, Karl Fischerle, il nano gobbo e truffaldino di Autodafè, riesce a vendergli i tre puntini di cui Céline fa (ab)uso in Morte a credito... i 3 soldi dell'opera brechtiana... Odadrek...

Nello stesso anno, Thomas Mann ha una discussione col figlio Klaus, che si è ucciso 13 anni dopo.

A Parigi, sei fra i principali eteronimi di Fernando Pessoa, un anno dopo la sua morte, decidono di dar fuoco ad un barbone.

Il grande medievalista Marc Bloch scopre che il processo subito da Joseph K. è stato inoltrato a causa della denuncia di tale Karol Fišerka, nano circense.  

Henri de Graffigny pretende dall'editore Denoël una percentuale sulle vendite di Morte a credito, essendone, a ben vedere, il protagonista.

Tristan Tzara e Marc Bloch aiutano Benjamin in una partita a scacchi per corrispondenza contro Erich Auerbach, il quale, attraverso la vittoria, vuole impossessarsi della collezione di oggetti di Benjamin, nonchè finire i suoi ultimi saggi su Baudelaire, Kafka e, ovviamente, quello sui passages parigini. Nelle pause, compongono cadaveri squisiti

Bibendum scrive una straziante lettera alla bambola che Oskar Kokoschka fece contruire con le fatezze di Alma Mahler.  

Mentre visiona una sequenza di Olympia, Leni Riefensthal si accorge che ad ogni nuova visione compaiono alle spalle di Hitler: Cosima Wagner, Lou Salomè, Lola-Lola, Theda Bara, madame Blavatsky, Alma Mahler, Lola Montez, Isadora Duncan, Sarah Bernhardt, la Bella Otero, Mata Hari, Lulù. Una volta uscite dallo schermo, autodefinendosi Le Madri, iniziano a discutere per la leadership del gruppo dandosi vicendevolmente della baldracca.   

Non vi dico chi nelle sembianze di cosa dice: "Spero per lui che sia al cospetto di Wagner nella luce abbagliante di Wotan, altrimenti peggio per lui, si fotta!"

A parte i personaggi di opere di fantasia che dialogano con persone realmente esistite, a parte la grottesca popolazione dei passages, a parte il divertimento di riconoscere colte corrispondenze, a parte che sono convinta di aver discusso con Marc Bloch, aiutati da un paio di calvados a testa, su quanto sia perturbante non aver trovato l'Olimpia hoffmanniana fra tutti questi automi, a parte tutto, quello che rimane è il senso della tragedia incombente, della morte inevitabile, della disperazione delle vite distrutte dalla guerra. Perchè se la Seconda Guerra Mondiale è stata vinta dagli Alleati, la partita a scacchi che assieme a questa si combatteva, quel tipo di partita che può salvarti l'anima, quella, forse, non si poteva vincere.
 

lunedì 18 giugno 2012

La morte lo colse mentre lavorava all'opera postuma dei suoi eteronimi

More about La letteratura nazista in America La letteratura nazista in America di Roberto Bolaño consta di un gruppo di 30 biografie e di un ricco apparato bibliografico, entrambi  rigorosamente inventati.
Una genuina falsa antologia di romanzieri, poeti e saggisti simpatizzanti del Terzo Reich sparsi per le Americhe: annoiate esponenti dell'alta società argentina, carcerati statunitensi, maestri di scuola elementare cileni, smargiassi caraibici, intellettualoidi brasiliani, ultrà del Boca e altra varia umanità, spesso non così "ariana" come vorrebbe. Ridiamo della loro pochezza intellettuale, delle loro opere illegibili, delle loro idee strampalate, delle loro vite da geni mancati. Eppure quasi mai ci lascia un senso di inquietudine, perchè servono le dittatture dell'America Latina, perchè quando non uccidono o torturano in prima persona, seminano odio in nome di una purezza della razza ancor più fittizia delle loro biografie. Perchè, pirandellianamente, si possono considerare ridicoli la loro mediocrità e la loro incoerenza fin tanto che non capiamo che si tratta anche della nostra mediocrità, della nostra incoerenza.