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mercoledì 23 marzo 2016

A te svelai tutto il mio cor

Roberto Devereux, Teatro Carlo Felice di Genova, 20 marzo 2016

Regina ElisabettaMariella Devia
Roberto DevereuxStefan Pop
Duca di NottinghamMansoo Kim
SaraSonia Ganassi

DirettoreFrancesco Lanzillotta
RegiaAlfonso Antoniozzi
SceneMonica Manganelli
CostumiGianluca Falaschi
Maestro del CoroPablo Assante
Coro Teatro Carlo Felice
Orchestra Teatro Carlo Felice
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice - Fondazione Teatro La Fenice e Fondazione Teatro Regio di Parma

Mariella Devia è nata per cantare Donizetti, se poi si trova pure in stato di grazia l'emozione fino alle lacrime è assicurata. 
Il pubblico era già entusiasta prima ancora che si incominciasse, sulla fiducia. Fiducia molto ben riposta perché è stato tutto oltre le già alte aspettative. 

Bella la regia di Alfonso Antoniozzi che ci offre un Seicento maestoso pur nella scenografia essenziale di Monica Manganelli: un grande palco al centro della scena (teatro e patibolo, cos'altro può rappresentare meglio il periodo elisabettiano?) con pannelli goticheggianti e trono della regina semoventi che cambiano aspetto allo spazio con poche mosse. Menzione d'onore anche ai costumi di Gianluca Falaschi, che veste il coro di nero, uomini e donne tutti uguali e mascherati, e fa risaltare una Elisabetta regalmente d'oro vestita all'inizio dell'opera, così come stanca e anziana reggitrice delle sorti del mondo alla fine.

Immagine rubata da Ligurianotizie.it

Gli interpreti bravissimi hanno infiammato il pubblico. Ogni pezzo chiuso è stato applaudito anche per qualche minuto e in tutta onestà c'era anche chi applaudiva a caso, ben lungi dalla fine del brano. 
La Duchessa di Sonia Ganassi è ovviamente una garanzia, l'unica che sembra provenire dallo stesso pianeta della Devia, anche se ha dovuto lasciare il trono alla Regina. E se i due interpreti maschili devono ancora sbocciare del tutto sono stati molto bravi e giustamente applauditissimi: Stefan Pop un convincente Roberto e Mansoo Kim nel ruolo di Nottingham. Il duetto di quest'ultimo con la Ganassi mi ha estasiato: sarà che non posso fare a meno di tifare per il Duca che prima canta accorato di "puro cor degli angioli" e  di "santa voce d'amistà" e poi si ritrova cornuto, però io di quel duetto avrei chiesto pure il bis, non avessi peccato di lesa maestà. 

E poi lei, Mariella Devia, sublime, tragica, regale, struggente. Perfetta. 

Non resta altro che inchinarsi. 

giovedì 30 maggio 2013

Io vivo QUASI in ciel

La Traviata, Carlo Felice, 26 maggio 2013

Violetta ValeryMariella Devia
FloraValeria Sepe
AnninaPaola Santucci
Alfredo GermontAtalla Ayan
Giorgio GermontRoberto Servile
GastoneEnrico Salsi
Barone Valdis Jansons
Marchese Claudio Ottino
Dottor Grenvil Christian Faravelli

Direttore Fabio Luisi
Regia Jean-Louis Grinda
Scene Rudy Sabounghi
Costumi Jorge Jara
Coreografia Eugénie Andrin
Allestimento nuovo allestimento in coproduzione con Opéra de Monte-Carlo


Voglio tanto bene al mio abbonamento alla lirica qui a Como, ma ritornare nella MIA città, nel più bello dei suoi tanti teatri e ascoltare la Devia mi istiga l'orgoglio ligure e soprattutto mi fa godere quasi fisicamente! Eh si, voglio tanto bene anche alle giovani cantanti della As.Li.Co, ma la Devia è la Devia, auguro a qualsiasi primadonna di riuscire ad avere anche solo la metà della sua perfezione tecnica!
Immagine rubata da ilcorrieremusicale.it
Sono riuscita a portare i miei per la prima volta a vedere l'opera e mio padre ha deciso di fare lo sborone e prendere i posti in  seconda fila. Ahimè, sono loggionista dentro e l'orchestra non riusciva ad arrivarmi come sono abituata: per tutto il preludio ho avuto la strana sensazione di dover alzare il volume in qualche modo. Peccato perchè dirigeva Fabio Luisi. A parte ciò, la seconda fila è fighissima e mi sono data un sacco di arie, in tutti i sensi! :)
Unico neo della giornata è che io volevo andare appositamente per sentire Rolando Panerai, che ascolterei volentieri sempre e comunque a qualsiasi età sua e mia. É stato sostituito da Roberto Servile, che purtroppo l'ha fatto molto rimpiangere (e che non si è presentato all'uscita finale). Bravo invece il tenore Atalla Ayan (e pure belloccio, via!).

Su Mariella Devia c'è poco da dire e molto da inchinarsi.  Certo, come sempre si nota che soprattutto è cantante (e che cantante!), basta vedere la scena della lettera: altre più istrioniche interpreti aspettano questo momento come quello del loro trionfo, ma la Devia non sembra del tutto a suo agio, ma quando riprende Addio del passato allora, come un albatros che ritorna nel suo elemento, spicca il volo! E il melomane ha tutto quello che ha sempre voluto ma non ha mai osato pretendere da Violetta Valery.  

La regia di Jean-Louis Grinda è stata gradevole, forse questa estate vedo un'altra rappresentazione con la sua regia e non mi dispiace. Solo l'inizio forse lascia qualche dubbio. Il sipario si è aperto ancora prima che iniziasse il preludio, con la scena ambienta in uno squallido bordello dell'800, dove la nostra Violetta giace, già ammalata, nell'attesa del dottore che deve abitualmente visitare le prostitute. Dottore che altri non è che Grenvil, che ve lo dico a fare.
Immagine rubata da primocanale.it
Durante l'esecuzione dell'ouverture abbiamo tempo di assistere alla visita e vedere l'entrata di un riccone che sceglie la Nostra e la veste con un ricco abito fucsia, a significare che da prostituta di bordello diventa mantenuta d'alto bordo. Non avendo mai letto il libro (devo recuperare, mannaggia!) ignoro se questo sia una strizzatina d'occhio a Dumas o una libera interpretazione del regista riguardo alla carriera di una cortigiana, fatto sta che col preludio poco c'entra.

Ecco, e ora che ho buttato giù qualche ricordo della recita ritorno nel mio cantuccio a vivere quasi in ciel.