venerdì 9 agosto 2013

Toscana, il primo giorno

La nostra prima giornata di vacanza e... c'è la nebbia! Bisogna pensare ad un posto che può essere affascinante anche visto in mezzo a tutta questa foschia. L'abbazia di S. Antimo! In realtà quando arriviamo splende il sole, ancora meglio: entriamo, troppo presto perchè siano arrivati i turisti, e una luce mistica entra dalla bifora dell'abside, mentre un canonico incapucciato prega inginocchiato vicino all'altare. Lasciamo queste atmosfere da Nome della rosa per andare a Montalcino, graziosamente adagiata sulla collina. Un paesino dove forse non c'è molto da fare, ma dove troviamo il mercato in pieno fermento ed è bello sentire le chiacchere della gente del luogo invece che essere circondati dagli onnipresenti olandesi, bisogna ammetterlo! Ci facciamo una passeggiata in questo mercatino fino alla fortezza. A pianta pentagonale, da fuori è davvero imponente, mentre il cortile interno ha l'aspetto decisamente più domestico, forse anche per la presenza di un'enoteca... continuamo il giro per raggiungere la piazzetta principale, più un incrocio fra due strade che una vera e propria piazza, ma molto graziosa.

Pausa per il pranzo a S. Quirico d'Orcia e visita preliminare a Bagno Vignoli, di entrambi parlerò in altra sede.

La vista da Montepulciano
Il pomeriggio prevede una visita a Montepulciano, la più turistica fra le tappe della giornata. Il paese è pieno di gente che vuole comprare vino, chiaramente senza sapere bene quello che sta facendo. Noi guardiamo e passiamo e, grazie al quotidiano allenamento del fare 4 piani di scale (negli ultimi mesi, da quando si è fatto male, pure col cane in braccio) ci lasciamo alle spalle i grupponi nella salita che percorre tutto il paese e che arriva nella piazza principale, vuota di gente ma occupata dell'impalcatura di un palco che purtroppo toglie la vista d'insieme. 

Una straduzza di Montepulciano
L'ultima tappa della giornata è Chiusi. Il nome di questa località è legata al locumone Porsenna, figura fra lo storico e il leggendario, che fece vedere i sorci verdi a Roma durante il delicato periodo del passaggio alla Repubblica. A sua volta il nome del locumone è legato alla leggenda del suo mausoleo, che qui dovrebbe essere stato eretto, la cui descrizione tramandata da Livio la identifica come una sboronata colossale comprendente un fottio di oro, piramidi gigantesche, ma soprattutto un labirinto alla base del tutto. Ovviamente gli archeologi fremono per trovare almeno un indizio della reale esistenza di tutta 'sta roba e ovviamente quando sono stati trovati cunicoli stretti e intricati sotto la città di Chiusi si è subito pensato a questo famoso labirinto. E invece trattasi di un altrettanto interessante sistema di approvvigionamento idrico, risalente in epoca etrusca e usato fino nel Medioevo. Il labirinto si può visitare assieme alla guida, una signora credo svedese che spiega tutto per bene e che conduce fino alla grande cisterna che si trova proprio sotto l'attuale torre campanaria del duomo, su cui si può salire per vedere il panorama. Pagando un solo euro in più si può visitare anche il Museo della Cattedrale, che conserva dei bei reperti archeologici di epoca protocristiana, dei codici miniati medievali e soprattutto ricordo con emozione un Cristo crocifisso ligneo, se non sbaglio del XIV secolo, dalla linea moderna, lo sguardo penetrante e le gocce di sangue in rilievo che escono dal costato.

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