lunedì 10 giugno 2013

Quando tu, in divisa di scolara, come un'ombra uscisti dall'oscurità della camera d'albergo, io, ragazzo, senza sapere nulla di te, compresi con tutta la forza dell'angoscia, che nel mio intimo rispondeva alla tua, che quella ragazza magrolina e fragile era carica, come d'elettricità, di tutta la femminilità pensabile al mondo. "Se ti avvicini o la tocchi con un dito, una scintilla illuminerà la stanza e, o ti fulminerà all'istante, o s'impadronirà di te per tutta la vita, con la potenza magnetica della sua tristezza." Fui sconvolto dall'emozione, come folgorato e cominciai a piangere dentro di me. Sentivo una sconfinata pietà per me stesso ragazzo e ancora di più per la bambina che eri tu. Tutto il mio essere si stupiva e si chiedeva: se fa così male amare, assorbire questa elettricità, come deve essere più doloroso essere donna, essere questa elettricità, e suscitare l'amore!

Borìs Leonìdovič Pasternàk, Il dottor Živago

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