martedì 24 dicembre 2013

Tancredi di Gioacchino Rossini

Tancredi, Teatro Sociale di Como, 8 dicembre 2013
TancrediTeresa Iervolino
AmeneideSofia Mchedlishvili
ArgirioMert Süngü
OrbazzanoAlessandro Spina
Direttore Francesco Cilluffo
Regia e sceneFrancesco Frongia
Costumi Andrea Serafino


Con tutto quello che mi è successo quest'anno, soprattutto per la totale precarietà della mia situazione questa estate, ho dovuto rinunciare all'abbonamento a teatro, snif! :( Ma appena ho potuto ho comprato i biglietti per le ultime due opere in programma ed eccomi qui a fare un piccolo resoconto del Tancredi di Rossini, che fu scritto proprio sulle rive del Lago. Un'opera che non conoscevo, che di certo non può fregiarsi del titolo di capolavoro rossiniano, ma molto piacevole. Da spettatrice neofita e superficiale non saprei giudicare con sicumera direzione e orchestra, devo ammettere che neanche me le ricordo molto bene (non perchè siano passate un paio di settimane, non avrei saputo dire neanche il giorno dopo). L'unico pezzo che in qualche modo ha lasciato il segno è stato il duetto fra le due protagoniste nel primo atto, L'aura che intorno spiri, toccante e virtuoso così come mi aspetto da Rossini

Immagine rubata dalla pagina Facebook del Teatro



L'allestimento che ho visto a Como ambientava la vicenda nell'estate del 1943. Come faccio ad essere così precisa? ma perchè alla fine dell'opera, nella bella terra di Sicilia, sbarcano gli Alleati! Idea che a me è piaciuta molto: il sipario si apre sulla piazza del paese che si sta preparando alla festa; divisi in due gruppi da una parte i contadini, il popolo di Argirio, dall'altra dei mafiosi armati fino ai denti, sodali di Orbazzano, gerarca fascista. La festa stessa è ravvivata da abiti tradizionali e dai tipici archi di luce delle feste paesane meridionali. Quando Ameneide viene condannata a morte è scortata da dei carabinieri e quando canta Giusto Dio, che umile adoro le viene incontro la processione di una Madonnina. Infine, come detto, l'esercito che Tancredi guida alla vittoria è proprio quello degli Alleati. Anche il carattere di Ameneide è più moderno rispetto alla tipica eroina ottocentesca, umile e ubbidiente: costretta a subire gli eventi si, ma che combatte fino all'ultimo; sceglie il martirio piuttosto che il tradimento, ma con "virile" fierezza. E sapete una cosa? Tutto questo funziona! Non distorce per niente l'opera come concepita da Rossini e librettisti, semplicemente, la modernizza. Altro che Tcherniakov, qui Frongia è riuscito con molto poco a rendere più attuale un'opera scritta due secoli fa e ambientata un millennio di anni orsono...

Immagine rubata dalla pagina Facebook del Teatro


Più volte durante l'opera vengono mostrati riferimenti visivi al teatro dei pupi, sia con pannelli artistici sia con il trucco dei protagonisti, che avevano i tipici guanciotti tondi e rosa da burattino. Durante la morte di Tancredi cala il sipario alle spalle dei Nostri, sipario che sembra proprio la versione gigante di quelli del teatro dei pupi e che guarda caso racconta la tragica storia di Tancredi e Ameneide. Bella idea!
Bravi gli interpreti. L'ultima volta che ho visto Rossini al Sociale di Como i cantanti rischiavano l'asfissia ogni due brani. Va bene, erano tutti giovani, l'Italiana in Algeri è difficilissima, quindi li si perdonava, ma ho davvero temuto che anche qui mancasse il fiato. Niente di tutto questo, brave soprattutto le due interpreti principali, Sofia Mchedlishvili (Ameneide) applauditissima e dagli acuti perforanti e Teresa Iervolino (Tancredi) che forse non è stata sempre all'apice ma mi è piaciuta molto. 

E ora avanti il prossimo.

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