martedì 28 gennaio 2014

ATAKTH

Nel bel mezzo del trasloco, svegliata dal gatto che non riesce ancora a capacitarsi di essere in un nuovo ambiente, eccomi a scrivere il primo posto dell'anno. Post che stavo per pubblicare qualche settimana fa, che avevo iniziato ancora prima, ma che la febbre prima e il trasloco poi mi costringono a pubblicare solo in questa assonata mattinata.

Qualche giorno fa mi è capitato di vedere alla tv Passioni di John Turturro, davvero un bel film che mi ha fatto ballare tutta la sera e mi ha anche insegnato qualcosina sulla canzone napoletana. Tutto questo, per contrasto, mi ha fatto tornare in mente Indebito di Andrea Segre, film che avrei voluto commentare un po' di settimane fa, ma si sa, io sono molto atakti!

Diciamoci la verità, se mi sono impegnata ad andare in una di quelle tremende distopie fattesi realtà che sono i multisala era perchè mi aspettavo che una volta spente le luci venissi calata nell'affollata atmosfera di una taverna greca. Purtroppo avevo sbagliato: le riprese sono evidentemente state fatte quando ormai non c'era più nessuno a parte gli intervistati, i quali non dicono nulla di illuminante sul rebetiko, la Grecia o semplicemente loro stessi. E bisogna pure tenere conto che buona parte di loro appartiene al Pantheon personale di Vinicio, primi fra tutti Manolis Pappos/Zeus e Keti Deli/Hera.

Quello che invece ho gradito molto sono i sottotitoli delle canzoni. Tutto quello che io so di rebetiko lo devo al cofanetto sgreuzo di cd che avevo comprato all'ombra del Partenone un po' di anni fa, con una buona selezione di grandi classici del genere; conosco molte canzoni, ma non quello che queste dicono, sebbene mi sia trovata più di una volta a cantarle in coro in qualche taverna, come per esempio al Klimataria di Atene, una delle location più riconoscibili del film.

Intendiamoci, non sto dicendo che è un brutto film, tutt'altro. Sto parlando di ciò che mi aspettavo e ciò che invece è stato. La maggior parte delle persone che conosco sono state deluse della Gioconda...

La virtù innegabile del film è comunque fare conoscere un po' di rebetiko nello Stivale, anche se, ovviamente, se non hai gli avanzi della cena davanti e un signore baffuto che sgrana il suo komboloi vicino, non è vero rebetiko!

Io invece vicino avevo delle ragazze che non hanno per niente gradito la canzone che si sentiva fra la fine del collegamento con Capossela e Segre e l'inizio del film vero e proprio. La canzone in questione è tratta dal film Rembetiko di Costas Ferris. Scritto a due mani con Sotiria Leonardou, che interpreta anche la protagonista, narra la storia della mitica Marika Ninou. Contrariamente a quelle ragazze a me piace tantissimo e mi sono ingioiata tutta riconoscendola. Vi propongo il video e una mia traduzione, che però dovete prendere con le pinzette perchè è dall'inglese ed è quindi un doppio tradimento.

Quando un uomo nasce
il dolore nasce al suo fianco
Quando la guerra è al suo apice
il sangue non può essere contato

Brucio, brucio,
butta più olio nel fuoco
Annego, annego
buttami nel mare che è profondo

Lo giuro sui tuoi occhi
che per me sono come il Vangelo
la coltellata che mi hai dato
per te la trasformerò in una risata

Brucio, brucio,
butta più olio nel fuoco
Annego, annego
buttami nel mare che è profondo

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