domenica 24 aprile 2016

Colmar

L'ultima tappa del viaggio in Germania... si trova in Francia! Colmar è una bellissima città alsaziana dove è molto piacevole fare una lunga passeggiata per le strade dell'incantevole centro storico, alla ricerca degli edifici più particolari o semplicemente per gironzolare armati di macchina fotografica.

Colmar, Petit Venice

Il fiore all'occhiello fra i quartieri cittadini è la Petit Venice, la più bella fra le varie piccole venezie incontrate in questa vacanza; è sempre un po' buffo paragonare pochi canali con casette a graticcio a Venezia, ma qui non manca la bellezza.

Colmar vanta orgogliosamente i natali dello scultore Auguste Bartholdi, le cui statue e fontane sono sparse per le piazze di Francia e Stati Uniti, oscurate però dalla fama della sua opera più famosa: la Statua della Libertà. Da qualche parte in città (ma non ho capito dove) esiste anche una copia in piccolo del colosso newyorkese, ma più che altro vale la pena spendere tempo per una visita nella casa natale di Bartholdi, a pochi passi dalla cattedrale.

Colmar, cortile di casa Bartholdi

Il vero must per gli appassionati d'arte è però il Musée Unterlinden, che custodisce il monumentale Altare di Isenheim di Matthias Grünewald. Nel periodo della mia visita in città il museo era chiuso per restauro, ma non mi posso lamentare perchè l'altare era stato spostato nella bella chiesa gotica dei Domenicani, dove ho avuto la possibilità di vedere la magistrale opera di Grünewald dialogare con l'altro, meno celebre, capolavoro cittadino ovvero la Madonna del Roseto di MartinSchongauer. Fra le poche opere dell'Underlinden che erano state temporaneamente trasferite nella chiesa, mi rimarrà nel cuore l'enigmatica Malinconia di Cranach il Vecchio. 

La mia visita si è svolta d'estate, ma mi hanno assicurato che vale la pena godersela anche sotto il periodo natalizio, con la città addobbata a festa e un mercatino di Natale di tutto rispetto. Non vedo l'ora di poter testimoniare di persona quanto mi è stato riportato! ;)

lunedì 4 aprile 2016

Viaggio in Baviera (e dintorni): cattedrali

Inizierete a scorgere la cattedrale di Spira, con le sue quattro torri, a chilometri di distanza dalla città. Simbolo del potere imperiale e luogo di sepoltura della dinastia salica, ha dimensioni colossali. La navata centrale, alta 30 m e larga 15, è scandita da pilastri con colonne addossate che sostengono grandi archi ciechi, che a loro volta incorniciano le arcate inferiori e le finestre, creando una raffinata suddivisione in campate, slanciate e maestose, ripresa dagli acquedotti romani. 
Dovete tenere conto che la chiesa è stata in buona parte rifatta e all'interno le poche decorazioni sono quelle tipiche dei santuari ottocenteschi: brutti affreschi dalla retorica esasperante. All'esterno della chiesa da vedere la zona absidale: allungando l'occhio è possibile vedere alcune delle decorazioni originali, che fanno capire che un tempo la chiesa doveva essere molto più bella di così.

Cattedrale di Spira
Immagine presa da trautelrichter.wordpress.com

Il Duomo di Worms ripete abbastanza fedelmente lo schema architettonico della cattedrale di Spira. L'arenaria rossa, le torri circolari ed elementi decorativi gotici e barocchi la rendono sicuramente più bella della cattedrale salica. Se reminescenze scolastiche vi faranno ricordare l'importanza politica e religiosa della città, dalle nostre parti è meno conosciuto il fatto che Worms sia la città dei Nibelunghi: questa era la capitale di re Gunther, alla corte del quale Sigfrido giunge per sposarne la sorella, dando inizio alla celebre saga. Da qualche parte lungo il fiume c'è perfino una statua di Hagen che getta il famigerato oro nelle acque del Reno. 

Non è una cattedrale, ma il Torhalle di Lorsch è comunque un'opera di grande importanza e può facilmente essere compreso in un giro che passi da Spira e Worms. Si tratta della porta dell'abbazia che qui sorgeva ed è uno dei primi esempi di architettura carolingia. La costruzione di nuovi edifici era visto dalla corte franca come un mezzo per ribadire l'importanza della dinastia e per manifestare la sua continuità con l'impero per antonomasia, quello romano. La Porta d'Arroux, in Borgogna, sembra essere il modello diretto del Torhalle, dimostrazione di come l'arco di trionfo romano sia l'idea centrale della costruzione, per il resto dai forti caratteri germanici.

Torhalle di Lorsh
Immagine presa da Wikipedia.de

La cattedrale di Friburgo detiene un fascino antico che manca ad altri grandi chiese tedesche, forse perché ogni giorno viene circondata dal mercato di fiori e prodotti agricoli, come se ancora fossimo nel Medioevo, ma è soprattutto l'impianto iconografico a rendere questa chiesa fra le più belle che ho visitato. Le guglie e i gargoyles che decorano l'esterno sono più visibili che in molte altre cattedrali gotiche, rendendo la caccia al miglior mostricillo (il mio grande diletto), particolarmente piacevole.
La torre campanaria, alta ben 116 metri, giganteggia sulla piazza, fungendo da ingresso. Per quanto mi riguarda la vera meraviglia di Friburgo è qui, ai piedi della torre, fra la vivace piazza e l'austero interno della chiesa. Godetevi le 418 figure policrome di pietra.
Le splendide vetrate sono in gran parte originali, conservatesi anche grazie al vescovo della città che le nascose durante la Seconda Guerra Mondiale. Finanziate tra il XIII e il XVI secolo dalle corporazioni artigianali della città, dall'università e dalla dinastia imperiale degli Asburgo, ognuno dei quali ha preteso il suo simbolo sulla vetrata donata.
Splendido anche il coro, per cui si paga un biglietto d'entrata e che fa orari più ridotti rispetto all'apertura della cattedrale. L'altare maggiore è opera di tale Hans Baldung Grien, ma ogni cappella custodisce un capolavoro, fra cui una pala d'altare di Hans Holbein il Giovane.

Il Cavaliere di Bamberga
Immagine presa da Wikipedia.de
Altra imperdibile cattedrale è il Duomo di Bamberga, che accoglie la tomba dell'imperatore Enrico II il Santo e di sua moglie Cunegonda, unici governanti canonizzati del Sacro Romano Impero. Lo splendido sarcofago che ospita le spoglie dei due sovrani fu scolpito da Riemenschneider Tilman, uno dei più grandi scultori tedeschi, autore di alcune magnifiche pale d'altare. Un'altra importante scultura custodita all'interno della chiesa è l'enigmatico Cavaliere di Bamberga, una vera e propria icona della germanità, erta a proprio simbolo un po' da tutti, dai nazisti ai produttori di birra locali.

San Lorenzo a Norimberga, splendidamente gotica, deriva in qualche modo dal Duomo di Bamberga e, come questa, custodisce notevoli opere d'arte, fra cui il Saluto angelico, scultura lignea di Veit Stoss, altro grande artista tedesco, e il Ciborio del Santissimo Sacramento, in pietra arenaria, i cui pinnacoli si ergono vertiginosamente fino alle volte della cattedrale, tanto da seguire la curva dell'arco ogivale. Visti i massicci bombardamenti che la città ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale la chiesa fu gravemente danneggiata, ma i restauri sono stati massicci e scrupolosi. 

giovedì 31 marzo 2016

Viaggio in Baviera e dintorni: Lago di Costanza

Per me che abito da molti anni sul Lago di Como non è che mi sia sdilinquita per il Bodensee, ma alcuni posti sono da visitare.  

Reichenau è un isola patrimonio dell'UNESCO. Girando in auto o, meglio, in bici è facile ritrovarsi fra vigne e campi coltivati. Ci sono 3 chiese da visitare, ma la più importante è S. Giorgio con il suo ciclo di affreschi (ma informatevi prima su orari di apertura e visite guidate)

Mainau, l'isola-giardino, è l'altra isoletta segnalata da tutte le guide turistiche. Il costo di ingresso è poco meno di 20 euro a persona, quindi noi abbiamo rinunciato, sospettando, oltrettutto, che la meraviglia nel descriverla fosse dovuta a occhi nordici, non abituati alla vegetazione del clima mediterraneo. Comunque dopo le 5 il costo del biglietto è dimezzato.  

Costanza è una città vivace con tanti negozi e un piacevole lungolago. Non vale la pena di una deviazione, ma da qui partono tanti battelli, se dovete prenderne uno allora la passeggiata in città è consigliata

Meersburg


La Basilika Birnau è una bellissima chiesa barocca immersa tra le vigne di fronte al lago. Dall'esterno sembra più un palazzo che una chiesa, l'interno è stupendamente stuccato. 

Meersburg è un graziosissimo paese sul lago, La parte alta, dominata dal castello, sembrerebbe ancora nel medioevo, se non fosse per i negozi di souvenir. Giù per una ripida discesa si arriva alla parte bassa, che con tutti quei bar e ristoranti invita ad una sosta mangereccia. 

Bregenz è sulla breve costa austriaca del lago. In tutto il mondo è conosciuta per il suo festival musicale, il cui palcoscenico principale, dedicato all'opera lirica, è innalzato direttamente sulle acque del lago, creando un fortissimo impatto scenografico. Ogni due anni la monumentale struttura viene cambiata in base all'opera rappresentata. Quest'anno è stata inaugurata la Turandot, che verrà rappresentata anche nell'estate del 2016. Se andate in questo arco di tempo la Grande Muraglia cinese dell'allestimento dovrebbe ancora giganteggiare sul lago. 

mercoledì 23 marzo 2016

A te svelai tutto il mio cor

Roberto Devereux, Teatro Carlo Felice di Genova, 20 marzo 2016

Regina ElisabettaMariella Devia
Roberto DevereuxStefan Pop
Duca di NottinghamMansoo Kim
SaraSonia Ganassi

DirettoreFrancesco Lanzillotta
RegiaAlfonso Antoniozzi
SceneMonica Manganelli
CostumiGianluca Falaschi
Maestro del CoroPablo Assante
Coro Teatro Carlo Felice
Orchestra Teatro Carlo Felice
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice - Fondazione Teatro La Fenice e Fondazione Teatro Regio di Parma

Mariella Devia è nata per cantare Donizetti, se poi si trova pure in stato di grazia l'emozione fino alle lacrime è assicurata. 
Il pubblico era già entusiasta prima ancora che si incominciasse, sulla fiducia. Fiducia molto ben riposta perché è stato tutto oltre le già alte aspettative. 

Bella la regia di Alfonso Antoniozzi che ci offre un Seicento maestoso pur nella scenografia essenziale di Monica Manganelli: un grande palco al centro della scena (teatro e patibolo, cos'altro può rappresentare meglio il periodo elisabettiano?) con pannelli goticheggianti e trono della regina semoventi che cambiano aspetto allo spazio con poche mosse. Menzione d'onore anche ai costumi di Gianluca Falaschi, che veste il coro di nero, uomini e donne tutti uguali e mascherati, e fa risaltare una Elisabetta regalmente d'oro vestita all'inizio dell'opera, così come stanca e anziana reggitrice delle sorti del mondo alla fine.

Immagine rubata da Ligurianotizie.it

Gli interpreti bravissimi hanno infiammato il pubblico. Ogni pezzo chiuso è stato applaudito anche per qualche minuto e in tutta onestà c'era anche chi applaudiva a caso, ben lungi dalla fine del brano. 
La Duchessa di Sonia Ganassi è ovviamente una garanzia, l'unica che sembra provenire dallo stesso pianeta della Devia, anche se ha dovuto lasciare il trono alla Regina. E se i due interpreti maschili devono ancora sbocciare del tutto sono stati molto bravi e giustamente applauditissimi: Stefan Pop un convincente Roberto e Mansoo Kim nel ruolo di Nottingham. Il duetto di quest'ultimo con la Ganassi mi ha estasiato: sarà che non posso fare a meno di tifare per il Duca che prima canta accorato di "puro cor degli angioli" e  di "santa voce d'amistà" e poi si ritrova cornuto, però io di quel duetto avrei chiesto pure il bis, non avessi peccato di lesa maestà. 

E poi lei, Mariella Devia, sublime, tragica, regale, struggente. Perfetta. 

Non resta altro che inchinarsi.